Fare beneficenza significa fare un’azione senza chiedere nulla in cambio e oggigiorno sembra cosa rara.
Il gesto incondizionato e autentico non solo sembra scomparso ma non vuole essere nemmeno accolto.
Se si offre una bottiglia o un cd a una persona, per il semplice fatto che condividiamo un interesse comune questa spesso, si sente in debito.
Le risposte dopo il grazie sono molteplici… Cosa ti devo dare? Ti farò un regalo? Te lo pago ecc.
Il gesto incondizionato è percepito come una tratta commerciale. Mi ha dato un cd e ora sono in debito. Parte il programma mentale mi devo sdebitare.
Invece del semplice grazie e basta, l’altra persona si vede in difetto e vuole ricompensare in altro modo.
Il gesto che pone però la fa per sé stesso e non per l’altro, quindi la vera condivisione termina, poiché vi è un fine. Il fine è dell’ego.
Nel sistema tutto ha un prezzo, l’emissione di moneta stessa è a debito, ora persino le azioni più semplici e normali sono percepite a debito.
Nei piani “alti” invece è stata creata la beneficenza verso il prossimo.
Sempre più frequentemente sindaci, imprenditori e personaggi pubblici fanno opere di beneficenza nel Terzo Mondo.
La domanda sorge spontanea
– Qual è la correlazione tra i posti pubblici offerti alle tessere di partito o alle accompagnatrici che rallegrano le serate con l’aiutare il prossimo?
– Che centra la beneficenza e il gesto incondizionato se nella vita quotidiana l’uomo mira a ottenere vantaggi e posizioni sulle persone che lo circondano infischiandosene del prossimo?
– Immagine?
– Demoni interiori?
– Morale?
– Il giudizio della collettività?
– Inconsapevolezza?
La beneficenza nascosta dei potenti
La beneficenza dell’egoista è amore a debito
Il fatto è che quel gesto è puramente egoistico. E’ l’ego ad avere sempre uno scopo.
Politici ed imprenditori che seguono scuole o corsi New Age. Interessante… La politica e le scuole spirituali di nuova generazione.
Spesso nei loro discorsi si forbiscono la bocca parlando di beneficenza, dell’amore incondizionato e il rispetto altrui.
I fatti
Nella vita di tutti i giorni lavorano in posti pubblici ottenuti dai piaceri di partito, o attraverso le conoscenze dell’imprenditore di turno (non per meriti), e le costanti con gli amici e i familiari sono le menzogne.
La vita facile ha un controvalore, non è di certo un gesto incondizionato. I piaceri ottenuti dal nulla sono a debito, ed è bene non far sapere come si sono avuti e quel è il prezzo da pagare.
L’importante è avere una vita comoda e un’immagine da mostrare alla società.
Quindi
– Che senso ha far del bene ad uno sconosciuto a 10.000 km di distanza se nella quotidianità l’uomo mente a sé stesso menomando gli altri?
– Dove si colloca con sé stesso?
Conseguenza
Meglio fare del bene ad uno sconosciuto, per alleviare quelle pene che giorno dopo giorno alimentano il debito con sé stessi, per mantenere quella falsa immagine di sé da mostrare alle persone care.
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Mt 7,15
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sei un grande
La ringrazio per il suo commento.
Cordialmente,
Marco