Il V canto dell’inferno dantesco ĆØ un analisi profonda e introspettiva della lussuria e della feritĆ d’abbandono i quali accompagnano l’uomo da sempre durante la sua esistenza.
Attraverso un’inaudita bellezza poetica, li sviscera scoprendone lati ombra e conseguenze, provando una forte compassione per Paolo e Francesca e il loro tragico amore.
Lāamore ĆØ sentimento forte e potente che nasce all’interno di un individuo contaminando con il suo essere chi lo circonda.
L’essere umano a volte ĆØ portatore d’amore senza rendersene conto, scopre che questo stato dell’essere esiste nel momento in cui le circostanze della vita glielo fanno perdere.
Nell’amore di coppia, il sentimento provato spessoĀ viene “agganciato” al partner, con la conseguenza di mettere nella mani dell’altro uno stato dell’essere individuale, che non gli appartiene e non sa gestire.
L’amore va condiviso nella sua pienezza senza perderlo dentro sĆ© e senza menomare le altre persone come accade nel vuoto della lussuria, ma irradiandole con la sua forza.
V canto inferno – la suddivisione di Dante
V canto – La lussuria e Semiramide
– Schiera di Semiramide (āChe la ragion sommettono al talentoā) coloro che non sanno dominare lāimpulso sessuale consumando la loro vita nella lussuria.
Lāutilizzo del sesso per compensare uno vuoto interiore, la mancanza d’amore di sĆ©.
Semiramide fu antica imperatrice babilonese la quale nella sua esistenza incarnò la lussuria. Il mito narra che quando nell’impero vi erano delle rivolte lei si mostrava nuda per placarle. Incestuosa con il figlio, fece la prima legga ad personam rendendo lecita ogni pratica sessuale.
A vizio di lussuria fu sì rotta, v. 55
che libito fé licito in sua legge, v. 56
per terre il biasmo in che era condotta. v.57
La lussuria nasce da un vuoto interiore colmato con il piacere effimero del sesso, il quale come tutti i piaceri e le emozioni hanno breve durata ma in quel momento l’individuo si sente vivo e realizzato.
Continuando così a chiederne sempre una dose, affinché quella corruzione interiore lo convince che è normale pratica di vita espropriandolo da qualsiasi salvezza interiore.
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Semiramide morente – V Canto – Lussuria
V canto – L’abbandono e Didone
Schiera di Didone (āLāaltra ĆØ colei, che sāancise amorosaā) I morti per amore sono coloro che non sanno più vivere senza l’altro.
Lāamore quindi vieni proiettato, idealizzato e immaginato mettendolo nella mani dallāaltro, neutralizzando la collaborazione e la crescita tra due esseri umani attraverso l’amore.
Didone imperatrice cartaginese, dopo la morte del marito Sicheo giurò di non innamorarsi più. Poco dopo conobbe Enea, eroe troiano del quale si innamorò perdutamente.
Enea dentro sĆ© sapeva di dover andare in Italia a fondare una cittĆ di nome Roma (Amor), presa dalla disperazione per la partenza di Enea, Didone si uccise con la spada dell’amato.
L‘incapacitĆ di amare sĆ© stessi e di svuotarsi completamente per l’altro porta alla morte in vita.
Paolo e Francesca preferiscono farsi uccidere in vita dallāorgoglio ferito di Gianciotto pur di non separarsi.
Amor, chāa nullo amato amar perdona, v. 103
mi prese del costui piacer sƬ forte, v. 104
che, come vedi, ancor non māabbandona. v. 105
Nella vita l’essere umano sperimenta varie forme d’abbandono fino a quando il dolore della solitudine lo porta alla comprensione che quel dolore ĆØ un allontanamento da sĆ© e non dagli altri.
L’abbandono serve a generare quella forza interiore e di rinnovamento nell’uomo che durante le esperienze di condivisione del suo essere con gli altri non lo portano al collasso psico-emotivo.
Quando l’amore diviene paura di perdere l’altro sparisce quello stato dell’essere per accontentarsi di avere qualcuno al suo fianco.
La morte di Didone – V canto – Abbandono
Dante scrisse la Divina Commedia perché ci fosse più Dio dentro ogni uomo
Eā un manuale, una mappa lasciata a tutti gli uomini nella quale li esorta a riscattare i propri atomi d’inferno, purgandoli attraverso un lavoro su sĆ© stesso, i per riscoprire e reincontrare la propria essenza divina con la consapevolezza ottenuta durante la vita.
Nel trentatreesimo canto del paradiso nel volto di Dio vede sƩ stesso e ogni casa creata, essendosi ripulito da ogni attaccamento egoico.
Esprimere un vero sentimento di sĆ©, significa combattere ogni conflitto interno,Ā superandolo attraverso l’accettazione del paradosso.
Un sentimento di sƩ non ancorato a niente e a nessuno, uno stato di grazia interiore.
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