La percezione – Come si forma la realtà nell’interiorità umana

La percezione

La percezione è l’attività condotta dall’uomo per mezzo dei suoi sensi, con la quale raccoglie informazioni sul mondo esterno.
Canonicamente per la scienza i sensi umani sono 5, in quanto prende in considerazione solo i sensi fisici, in realtà per l’antroposofia i sensi sono 12, 5 di natura fisica e 7 di natura animico spirituale.
Va ricordato che i sensi hanno una loro taratura naturale e un loro range di percezione della realtà, quindi i sensi umani percepiscono una parte della realtà in base ai sensi in dotazione di ogni essere. Infatti un daltonico percepisce una realtà diversa da un persona non affetta da daltonismo, proprio perché l’occhio (senso della vista) è diverso (problema ai fotorecettori) dai soggetti non affetti da daltonismo.
Le percezione quindi è in parte oggettiva e in parte soggettiva, poiché non è determinata meramente dal mondo esteriore. Infatti, anche per questo fatto si può dire che l’uomo è co-creatore della realtà nella quale è immerso.
Essa infatti è il risultato dello scambio costante tra mondo esterno e mondo interiore dell’uomo.

Come avviene la percezione

Quando l’uomo osserva la realtà esterna a lui, ovvero pone la propria attenzione sul mondo, raccoglie tali osservazioni per mezzo dei sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto.
La realtà osservata crea quindi una pressione sui sensi umani e questa pressione si trasforma in “dati”. Questi dati impressi nei sensi vengono poi riflessi nel cervello per mezzo dell’apparato neurosensoriale, il quale poi li riversa nel corpo astrale, che infine risponde con una sensazioni. Si può affermare quindi che il mondo conosciuto come realtà circostante altro non è che il frutto di una sensazione.
– Esempio: quando osservo una rosa, la pressione esercitata sull’occhio dalla realtà (compresa la luce) che sto osservando genera nei sensi un’impressione, una sorta di immagine in negativo (come il negativo di una foto), tale immagine viene poi raccolta dal cervello che la riflette nella mia anima, l’anima poi risponde con una sensazione (in questo caso visiva) che forma la percezione della realtà, ovvero la rosa che sto osservando.
Infine l’io legge la realtà sostanziando di conoscenza la percezione e la associa al mio vissuto per mezzo della memoria.

La parte soggettiva della percezione

Il colore rosso dei petali e il colore verde dello stelo non sono sulla rosa, ma sono la risposta del mio corpo astrale dettata dall’impressione raccolta dai sensi, per questo motivo un daltonico potrebbe vedere quei colori con altro aspetto, in quanto la sensazione del corpo astrale viene modificata dalla “taratura dell’occhio” del daltonico.

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La differenza sensazione, rappresentazione ed emozione

Come già accennato nell’articolo dell’uomo spirituale l’uomo si avvale di 3 facoltà animiche, pensare, sentire e volere.
Queste facoltà possono agire perché i sensi raccolgono i dati e la coscienza con le sue 3 facoltà li elabora, sostanziandoli di significato.
Come esaminato in dettaglio precedentemente la sensazione si manifesta come percezione diretta senza una elaborazione, ovvero senza una lettura del pensare o una risonanza del sentire.
Il pensiero infatti elabora queste informazioni in rappresentazioni, che possono essere immagini visive o sonore, oppure concetti astratti (immagini linguistiche).
Il sentire invece quando si attiva, trasforma la percezione in emozione interiore o in sentimento, manifestandola successivamente in sensazione corporea o modificando lo stato dell’essere nei casi più elevati come l’amore o la felicità.
Articolo correlato: “L’uomo spirituale e le 3 facoltà animiche – Pensare, sentire e volere

La rappresentazione

La rappresentazione si forma per mezzo dell’attività pensante, essa infatti si compone di immagini che possono avere la forma di concetti o di immagini visive o sonore che poggiano sul proprio vissuto.
Il concetto è una rappresentazione (intesa come immagine discorsiva o simbolo linguistico) linguistica della realtà sostanziata dalla conoscenza umana.
– Esempio: quando l’uomo dice mela tutti gli uomini comprendono che ci riferiamo al frutto del melo, il quale ha tutta una serie di caratteristiche, ma se si toglie il concetto dalla percezione, rimane solo la forma del frutto con dei colori privo di significato e di senso.
Vi è da dire che solo l’uomo può dare senso al mondo materiale per mezzo della propria coscienza, poiché esso può riconoscere la realtà materiale per mezzo della conoscenza.

Concetto e pensiero

Il concetto per l’uomo comune coincide con il pensiero, ma in realtà il concetto è solo una parte del pensiero o meglio un’espressione. Il pensiero infatti non è mera lettura dell’oggetto osservato e quindi la sua trasformazioni in concetti mentali, ma vi è anche un pensiero silenzioso che agisce come intelligenza della coscienza atta a riconoscere ciò che si osserva.
Il pensiero è come un ponte che lega più fattori percepiti in un determinato contesto.
– Esempio: se dico la casa è bianca, il pensiero ha concettualizzato un’osservazione, ovvero che la casa che sto osservando è di colore bianco, ma il “vero” pensiero è ciò che sta tra i concetti ovvero la forza che li relaziona.
Quindi il pensiero è quell’attività che contestualizza e lega più fattori e che quando percepisce un effetto esso vuole collegarlo alla causa che l’ha generato.
Ogni volta che l’uomo concettualizza il pensiero, per farlo distrugge forza pensiero nella sua forma vivente.
Il concetto è pensiero vivente frantumato (morto), che si abbassa da livello spirituale a quello umano, in modo che egli possa farlo suo.
Come già detto in altri articoli, l’uomo può pensare solo ciò che è già stato “pensato” dalle gerarchie spirituali. Una gerarchia spirituale quando pensa crea una forma vivente a livello spirituale, l’uomo attuale per leggerla deve captarla in base al suo livello di coscienza e portarla a livello di concetto.
L’uomo quindi è immerso nel pensiero spirituale vivente, il quale per farlo suo deve corromperlo, devo cioè infrangerlo nella propria interiorità per poterlo leggere.
Infatti il concetto altro non è che il suono del pensiero umano.
Articolo correlato: “Osservazione dei fenomeni – Utilizzare il pensiero senza giudizio

La memoria

La memoria è formata da frammenti di vissuto che vengono immagazzinati tra la forze vitali e le forze fisiche dell’uomo. Essi infatti si trovo a livello incosciente, questo per evitare che l’uomo sovrapponga alla realtà osservata nell’atto presente tutto il proprio vissuto avvenuto durante le ore di veglia. Questi frammenti quando vengono richiamati dalla coscienza volontariamente o involontariamente creano una nuova rappresentazione che è il ricordo.
Il ricordo non è la stessa esperienza vissuta in passato, ma è una nuova immagine che il pensiero ricostruisce appoggiandosi sui frammenti del vissuto trascorso.
Nel caso in cui un vissuto avesse scatenato l’emotività del soggetto, anche il corpo astrale collabora ad immagazzinare e a richiamare più facilmente l’esperienza vissuta.
Un trauma o una bella esperienza (in senso emotivo) sono memorie molto presenti e facilmente richiamabili, proprio perché a quel vissuto ha partecipato anche la parte emotiva (corpo astrale) dell’essere umano.
La memoria non supportata dall’emotiva ha bisogno invece di ripetitività per essere immagazzinata tra le forze fisiche ed eteriche e avviene per ripetizione  volontaria o meccanica.
La memoria dunque ha bisogno di “solcare” le forze fisiche per poi essere immagazzinata come rappresentazione nell’eterico.
Quando il ricordo viene richiamato a differenza della percezione non poggia sui sensi ma su questi frammenti che il pensiero riorganizza in una nuova rappresentazione.
Ricordare in modo volitivo fa parte delle attività che potenziano l’io e la memoria, anche se la memoria dipende principalmente dalla salute del corpo eterico.
La memoria come l’immaginazione, rientrano nei processi di rappresentazione interiore che vengono organizzati dell’io senza il supporto dei sensi.

L’immaginazione

Quando l’uomo immagina, crea un’immagine interiore basata sulla propria memoria ma senza supporto fisico, ovvero bypassando i sensi e il concetto.
A differenza del ricordo però, quando l’uomo usa l’immaginazione, egli può combinare gli elementi a sua disposizione come vuole, infatti esso può immaginarsi come un uccello o che non ha bisogno di respirare se si trova sott’acqua.
L’immaginazione quindi non ha il vincolo di dove essere fedele alla realtà, ma può rappresentare una realtà inventata basata su elementi tratti dal vissuto o su dei simboli che lo rappresentano.
L’immaginazione ad un certo livello (apprendista iniziato) diviene anche la prima porta di accesso all’evocazione, immaginare quindi rientra non solo nei processi di rappresentazione privati della realtà sensoriale ma anche di evocazione di forze astrali.

Il pensiero libero dai sensi

Steiner afferma che esiste un pensiero più evoluto del pensiero razionale o concettuale, ed è il pensiero libero dai sensi.
Il pensiero libero dai sensi è un pensiero:
Libero dalla percezione sensoria quindi non gode dell’impressione del mondo fisico sui sensi umani
– E’ autonomo quindi non è stimolato dall’esterno ma proviene unicamente dalla propria interiorità
– E’ autosufficiente ovvero non serve alcun supporto fisico per concepirlo e applicarlo
– Esempio: Un uomo che si interroga sul concetto di giustizia nel senso più elevato del termine, egli vuole comprendere l’idea (archetipo) che genera la giustizia. In questo caso l’individuo non può appoggiarsi alla cultura della propria epoca o al sapere antico, ma per arrivare a teli altezze può solo interrogare il mondo nel quale risiede tale archetipo ovvero la propria interiorità, poiché nel piano materiale vi è solo l’effetto dell’idea di giustizia e non la causa dell’idea stessa.
In questo caso la conoscenza non diviene di tipo concettuale ma di tipo esperienziale.

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L’emozione

L’emozione appare quando una sensazione viene sostanziata dall’attività del sentire.
Mentre l’attività pensante è l’attività dello spirito, il sentire è l’attività dell’anima ed esso si colloca a metà tra il pensiero e la sensazione (corpo fisico).
Il sentire è un mondo pieno di sfumature e si può collegare alla parte spirituale umana con i sentimenti più nobili come l’amore la felicità, l’amicizia ecc., oppure può attaccarsi agli istinti del corpo fisico creando sentimenti grossolani e negativi come l’invidia, la cupidigia, la superbia, ecc.
Il sentire dunque alla sensazione risponde con un’emozione la quale a differenza della sensazione che si crea come mera risposta in base ai sensi che sono stati usati, l’emozione cosparge il corpo di una sensazione particolare.
Quando l’uomo prova gioia o è innamorato il suo stato dell’essere si modifica e tale stato si estende sulla totalità del corpo fisico.
L’anima, che per risonanza attiva un’emozione o un sentimento si “aggrappa al corpo” per far comprendere a livello fisico ciò che sta provando.
– Esempio: quando durante l’ascolto di un brano musicale l’anima gode dell’ascolto della musica crea una sensazione dettata dall’emozione ovvero la pelle d’oca.
La sensazione creata tramite l’udito, ma generata dal corpo astrale è il suono che sto udendo, mentre l’emozione che l’anima crea, è la famosa pelle d’oca
L’emozione quindi rilascia un sensazione corporea, sia che essa sia piacevole o spiacevole.
Nel caso l’emozione sia piacevole il corpo tende a rilassarsi e ad espandersi, quando invece l’emozione è spiacevole, il corpo tende a ritirarsi e a irrigidirsi. Da notare che se  l’emozione negativa si presenta tutti i giorni essa può provocare malattie fisiche, le quali oggi vengono denominate di origine psicosomatica dalla medicina moderna.

Conclusione

Come enunciato in questo articolo la differenza tra sensazione, rappresentazione ed emozione non è qualcosa di scontato, ma è una precisa esperienza interiore che l’uomo vive costantemente durante la propria coscienza di veglia.
Il problema dell’uomo d’oggi è che pratica questi processi interiore nella su più totale inconsapevolezza, di conseguenza non ha nessuna coscienza del rapporto che ha e che dovrebbe avere con ciò che chiama realtà.

Tabella riassuntiva

Tabella riassuntiva percezione, rappresentazione, emozione

Contenuto non riproducibile previa autorizzazione dell’autore.

Marco Trevisanhttps://www.libero-arbitrio.it/marco-trevisan/
L'autore di questo sito è Marco Trevisan, aforista e ricercatore della conoscenza interiore dell'uomo. Nato a Este in provincia di Padova nel 1983, sviluppa la sua sensibilità attraverso l'attività di musicista fino al 2012. Dopo aver cessato l'attività di musicista, nel 2013 crea il sito web Libero Arbitrio, dove il suo lato artistico trova espressione componendo aforismi e scrivendo articoli, nei quali imprime i suoi studi, le sue osservazioni sulla vita e sulla parte spirituale dell'uomo.

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